Franz Liszt: un musicista per l’Europa

21 ottobre 2011 – 31 gennaio 2012

TORINO – PINEROLO – COLLEGNO – PIANEZZA – VENARIA

SCARICA IL PROGRAMMA DELLA RASSEGNA

Franz Liszt: un musicista per l'EuropaTra i grandi protagonisti della musica occidentale forse solo Beethoven può essere accostato a Franz Liszt per la sua capacità di indicare così tante anticipazioni di possibili “musiche del futuro” quante ne offrì il geniale e poliedrico artista ungherese. Se il modello beethoveniano talvoltà rischiò di gettare in crisi profonda le nuove forze che osavano farsi carico della sua eredità, la figura di Liszt mise ali ai piedi e fuoco nelle menti di numerosissimi giovani musicisti europei. Accorsero a Weimar da ogni paese per formare una sorta di lega ideale. Imbevuti delle audaci teorie lisztiane sul futuro della musica sinfonica, quali il  nuovo concetto di “musica a programma“, essi tornarono nei rispettivi paesi  perorando la causa  della “musica dell’avvenire“.

L’elenco dei musicisti che cercarono da Liszt consigli, sostegni morali, talvolta  anche beni materiali, è assai lungo e comprende molti di coloro che fecero storia della Musica: Wagner, Franck, Saint-Saens, Albeniz, Sgambati, Smetana, persino il giovanissimo Debussy, fresco vincitore del Prix de Rome, in visita all’ abate Liszt ormai in ritiro spirituale nella Città Eterna.

Altrettanto lungo e prestigioso l’elenco dei musicisti che nel Novecento raccolsero il suo testimone, rilanciando il giavellotto che Liszt sosteneva non a torto di aver scagliato nel futuro: Ferruccio Busoni,  Bela Bartok,  Arnold Schoenberg, Gyorgy Ligeti, solo per citarne alcuni.

Il progetto culturale LISZT: UN MUSICISTA PER L’EUROPA intende proprio rendere conto di quanto sia stata vasta l’influenza lisztiana in Europa, di quanto la musica moderna gli sia  debitrice sia in termini ideologici che meramente musicali. L’ideologia della “musica progressista“, contrapposta alla vecchia scuola conservatrice, nasce proprio in seno alla comunità dei  giovani seguaci di Liszt, quando essi cercano di imporre in tutta Europa le teorie del maestro ingaggiando una vera e propria battaglia culturale in nome della contrapposizione del “nuovo = moderno = migliore” al “tradizionale = esecrabile“, che finì per essere adottata come paradigma valutativo della musica moderna del Novecento.