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Liszt pensava in grande e con audacia. In modo non dissimile, con ambizione, coraggio (e molta passione) Massimiliano Génot in qualità di coordinatore artistico, ha concepito il progetto “Franz Liszt: un musicista per l’Europa”, tenutosi a Torino e dintorni tra ottobre e gennaio. Quattordici appuntamenti, praticamente la consistenza di un Festival: di questi tempi, un miracolo, reso possibile dal contributo di vari sponsor (tra cui la Provincia di Torino) … Ma anche, nei criteri, qualcosa di unico nel panorama nazionale del bicentenario lisztiano trattandosi, più che di una celebrazione, di un invito a riflettere su un musicista in parte frainteso…

Giorgio Rampone – “Musica” marzo 2012  Leggi la recensione integrale

Musicisti italiani attivi in area austro-ungarica? Grandi affermazioni al vertice, soprattutto fra i direttori d’orchestra. Condizioni difficili per gli italiani giovani anche molto dotati. Cinque esempi di italiani che hanno “conquistato” la Germania, quattro maestri dal podio: Claudio Abbado, Riccardo Muti, Riccardo Chailly, Fabio Luisi ed un giovane pianista e compositore, Massimiliano Génot, artista di collegamento tra il Festspielhaus di Bayreuth e l’Associazione Richard Wagner di Venezia.

Quirino Principe – “Il Sole24ORE” – Domenica 16 marzo 2008

…Massimiliano Génot  imbrocca stilisticamente gli Studi  di Liszt come quelli di Czerny, suonandoli nel modo travolgente che è proprio dell’adolescenza, le sue dita sono forti e sicure, la sua preparazione musicale è testimoniata anche dal conseguimento del diploma di composizione…. Gli Studi op. 6, eseguiti così, sono divertenti. E anche quei quaranta speedy Gonzales  di papà Czerny.

Piero Rattalino – “Musica”

…Nelle sue note il nostro interprete puntualizza la necessità – eroicamente adempiuta in sede di realizzazione – di eseguire i quaranta studi del celeberrimo ciclo czerniano secondo i metronomi originali ….certo, così eseguiti, gli studietti (studietti?) dell’op. 299 diventano pezzi di bravura il cui ascolto dà adito a reali momenti di emozione. Génot è riuscito, con un lungo lavoro di preparazione tecnica, a creare una sonorità realmente innovativa, evocando sul moderno Steinway l’effetto tecnico e timbrico di un pianoforte dell’epoca. E poi, con la stessa intelligenza e sensibilità, ha reso il senso “romantico” della collezione lisztiana, in particolare delineandone la dinamica in senso strutturale…
Riccardo Risaliti – “CD Classica”

… La Scuola della Velocità,  qualora venga interpretata, dunque non soltanto meccanicamente eseguita, rivela aspetti di insospettato interesse. Come spiega Génot nelle acute note del booklet, i rapidissimi tempi prescritti dall’autore determinano quasi “una concezione impressionistica del suono”. Resa davvero credibile dalla scintillante padronanza tecnica del pianista che in Liszt può inoltre sfoggiare un gusto musicale ricco di sfumature espressive.
Cesare Fertonani – “Amadeus”

Massimiliano Génot ha soltanto  29 anni, ma è da tempo in evidenza per la sua attività concertistica (da segnalare il notevole impulso impresso alle iniziative musicali nel Pinerolese) oltre che per la sua collaborazione  con orchestre di alto prestigio come quella Sinfonica Nazionale della Rai……eccelle nel repertorio della virtuosità e coltiva attenti studi proprio sul tema della tecnica pianistica…..da qui la sua scelta, per il disco edito dalla Phoenix Classics, di pagine che uniscono all’interesse tecnico il segno dell’arte……Génot si lancia nelle vertiginosità czerniane con una scioltezza che la dice lunga sulla sua abilità manuale…
Leonardo Osella – “La Stampa”

Ma allora Czerny è musica! Sì, Carlo Czerny, il didatta della tastiera, il maestro di Liszt e l’allievo di Beethoven che affligge da quasi duecento anni generazioni di giovani pianisti con i suoi studi non era soltanto un meccanico “scioglidita”, ma un musicista. E a ricordarcelo, paradossalmente  è proprio una divertente e originale incisione (la prima assoluta) de “La scuola della velocità sul pianoforte” op. 299, una delle opere didattiche più celebri. Massimiliano Génot – brillante pianista non ancora trentenne che nell’incontro con Piero Rattalino ha trovato una risposta in prospettiva storica alle sue curiosità tecniche – con l’accorgimento apparentemente semplice di rispettare le indicazioni metronomiche dell’autore, ci ha restituito dei veri microdrammi musicali pieni di colore, di imprevedibili effetti comici….di un’incisività impressionistica che viene da associare agli obiettivi del cinema muto…
Sergio Bonino – “Il Giornale della Musica”

Con questo cd il giovane ma validissimo pianista Massimiliano Génot presenta al pubblico un lavoro di ricerca di diversi anni a cui è giunto con risultati brillanti. L’essenza della sua ricerca la possiamo trovare nel booklet: La composizione de “La scuola dela velocitàsul pianoforte” op. 299 risale probabilmente agli anni 1832-33: in essa vengono sviluppate figurazioni musicali e disposizioni pianistiche titpiche della letteratura brillante del suo tempo, per le quali l’autore richiede tempi di esecuzione rapidissimi, fino ad oggi praticamente disattesi. Ė invece mio convincimento che, rispettando le indicazioni metronomiche originali, non solo si soddisfano le finalità didattiche per le quali è stata concepita la raccolta, ma si coglie, con piacevole sorpresa, quel contenuto estetico di stile comico, ma talvolta anche drammatico, che si è perso nella prassi esecutiva tradizionale. La conclusione cui è arrivato Massimiliano Génot è veramente sorprendente e vi assicuro che l’ascolto di quelli che sono goi studi dei giovani pianisit, suonati dal pianista torinese, risuonano in tutt’altra ottica e divertimento.
Miche Gioiosa – “Musica e Scuola”

… brillantezza…gioco digitale spinto ai limiti delle potenzialità umane … virtuosismo inteso come sfida trascendentale dello spirito sulla materia … discorsi che attivano appunto il talento di Génot con gli esiti eccellenti che possiamo ora riscontrare anche da questa testimonianza discografica …Nel caso di Czerny il risultato è ben più che interessante …grazie all’abilità con cui Génot riesce ad imprimere a queste pagine il moto giustamente vorticoso …ma non meno interessante il confronto lisztiano, un Liszt appena quindicenne…
Gian Paolo Minardi – “Gazzetta di Parma”

…si può essere grati al ventinovenne Massimiliano Génot  di aver scelto opere relativamente poco o niente affatto “battute”, come i dodici studi di Liszt e la maratona didattica in quaranta parti di Czerny. E soprattutto di avere dato di queste pagine, un’esecuzione ben al di là dell’esercizio virtuosistico. Basti citare il nono studio lisztiano e, per Czerny, il brano n.  39 presto à la galoppe, dove la “velocità” non esclude la poesia.
Luigi Della Croce – “Famiglia Cristiana”

…every serious pedagogue ought to suggest the acquisition of this CD to their students and every student ought to take this piece of advice seriously. Why? Because Mr Genot states a very powerful case for the rediscovery of the beauty and accessibility of the Czerny etude until now played and studied as mere exercise. The School of Velocity opu 299, as performed by Mr. Genot  is both artistic and enlightening.
Cristina Altamura – “Icpa Music Rewew”